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Eugen Fink
As Husserl's assistant, Fink was a representative of phenomenological idealism and later a follower of Martin Heidegger. He approached the problem of Being as a manifestation of the cosmic movement with Man being a participant in this movement. Fink called the philosophical problems pre-questions, that will lead to the true philosophy by the way of an ontological practice.
Edited by Virgilio Cesarone
Translated by Giovanni Jan Giubilato
Il "gioco" come concetto filosofico attraversa la storia del pensiero occidentale, da Eraclito a Nietzsche per citare due figure emblematiche dell'età antica e moderna. Negli scritti (1946-1973) qui per la prima volta tradotti Eugen Fink mediante un'indagine fenomenologica condotta su alcune "modalità fondamentali" dell'esistenza - oltre al gioco, il lavoro, la morte, l'amore... - ne approfondisce la funzione antropologica, utile a comprendere l'umano. Se dell'uomo in quanto ens cosmologicum si può parlare solo attraverso la sua relazione con il mondo, il gioco ne è un osservatorio privilegiato, essendo un modo d'essere peculiare di questa relazione. Nel gioco l'uomo interagisce con l'alterità e con l'ulteriorità: indossare maschere, assumere ruoli, attraversare soglie trasponendosi in luoghi e tempi diversi, è un modo per eccedere la propria esistenza finita.
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